GAZZETTA UFFICIALE
BURV
Gli imballaggi di carta hanno già subito a partire dal 1 luglio 2025 una importante novità legata all’applicazione delle nuove fasce contributive. A partire dal 1° ottobre 2025 il valore base del CAC per la carta si ridurrà da 65,00 €/t a 45,00 €/t.
Il CONAI ha predisposto e presentato un documento contenente le Linee Guida operative che ci aiutano a comprendere meglio le novità.
A partire dal 1° luglio 2025, è divenuto effettivo il sistema di diversificazione del contributo ambientale CONAI basato su otto fasce contributive per gli imballaggi in carta (ne avevamo parlato qui).
La prima fascia resta dedicata agli imballaggi monomateriale ed è quella che vedrà una riduzione del valore del CAC da 65,00 €/t a 45,00 €/t a partire dal ° ottobre 2025.
Lo stesso valore è riferibile alla seconda fascia, relativa agli imballaggi in carta compositi di tipo A, in cui il peso della componente carta è compreso tra il 90% e il 95% del peso complessivo dell’imballaggio.
Gli imballaggi compositi in cui il peso della componente carta è compreso tra l’80% e il 90% del peso dell’imballaggio sono classificati come di tipo B.
All’interno di questa fascia vi è una ulteriore distinzione tra:
La fascia 4 resta dedicata ai CPL.
Anche all’interno della fascia dedicata ai compositi di tipo C, con un peso della componente carta compreso fra il 60% e l’80% del totale, vi è uno sdoppiamneto:
Infine, un’ultima fascia resta dedicata ai compositi di tipo D, in cui il peso della componente carta è inferiore al 60% del peso complessivo dell’imballaggio oppure non è esplicitato.
All’interno delle Linee Guida è presente un approfondimento sulla valutazione di riciclabilità Aticelca 501, necessaria per usufruire delle nuove agevolazioni contributive per gli imballaggi compositi di tipo B1 e C1 (certificati).
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Un’importante “stretta” con conseguenze anche penali è stata introdotta con il Decreto-Legge n. 116/2025 (c.d. “Terra dei Fuochi”) in varie fattispecie previste dal Testo Unico Ambientale D. Lgs. n 152/06 in materie di gestione di rifiuti.
La riforma, nata per contrastare il fenomeno dei roghi nella cosiddetta “Terra dei Fuochi” ma vigente su tutto il territorio nazionale, modifica il D.Lgs. 152/2006, introducendo nuovi reati e inasprendo le norme su gestione, abbandono e combustione illecita dei rifiuti.
Vengono apportate modifiche anche nel corpo del D.Lgs. 231/2001, ampliando le fattispecie che danno luogo ai reati-presupposto ed introducendo per i soggetti giuridici obblighi di vigilanza più stringenti e sanzioni più severe.
Anche per le violazioni connesse alle attività soggette all’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali sono previste conseguenze molto gravi quali sospensione della patente, fermo dei veicoli, esclusione dall’Albo stesso.
Diverse misure di inasprimento fanno riferimento ai reati di gestione illecita e combustione di rifiuti.
Ci sembra, tuttavia, degno di sottolineatura quanto previsto con riferimento alle sanzioni inerenti la presentazione del MUD e la tenuta di registri di carico e scarico e formulari di trasporto rifiuti.
GU Serie Generale n. 183 del 08-08-2025
DECRETO-LEGGE 8 agosto 2025, n. 116
Disposizioni urgenti per il contrasto alle attivita’ illecite in materia di rifiuti, per la bonifica dell’area denominata Terra dei fuochi, nonche’ in materia di assistenza alla popolazione colpita da eventi calamitosi.
La rendicontazione di sostenibilità (o sustainability reporting) è un processo attraverso il quale un’azienda o un ente comunica in modo strutturato, trasparente e periodico il proprio impatto ambientale, sociale ed economico, ovvero le sue performance in ambito ESG (Environmental, Social, Governance).
Quella che inizialmente è nata come una prassi ed ora è divenuta un obbligo di legge in alcuni casi ha lo scopo principale di rendere note agli stakeholder — come investitori, clienti, dipendenti, istituzioni e cittadini — informazioni non finanziarie fondamentali per valutare:
la sostenibilità delle attività aziendali,
i rischi e le opportunità legati ai fattori ESG,
l’impegno verso la transizione ecologica e la responsabilità sociale.
Gli obblighi di rendicontazione in Italia. Chi è soggetto?
L’Italia ha recepito la Direttiva CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive, con il D.Lgs. 125/2024 che ha ampliato l’ambito di applicazione del previgente D.Lgs. 254/2016.
A seconda delle dimensioni aziendali, si prevedono obblighi di reporting per le grandi aziende che superano almeno due dei seguenti parametri:
Per le PMI quotate, i parametri sono:
Sono previsti parametri specifici anche per imprese non comunitarie con filiali/succursali nell’UE che generano ricavi superiori a € 150 milioni e soddisfano altri criteri dimensionali.
Sono obbligati alla rendicontazione anche gli Enti di interesse pubblico quali banche, assicurazioni e altre entità già soggette a DNF (Dichiarazione Non Finanziaria).
Il decreto legge Economia n. 95/2025, rinvia di due anni il termine per l’entrata in vigore degli obblighi in materia di rendicontazione di sostenibilità.
Tali obblighi, infatti, si applicheranno alle imprese di grandi dimensioni e alle società madri a partire dall’esercizio avente inizio il 1 gennaio 2027 (non più 2025), e alle piccole e medie imprese quotate, ad eccezione delle micro imprese, dall’esercizio avente inizio il 1 gennaio 2028 (non più dal 2026).
Cosa va rendicontato
Le informazioni devono essere incluse nella relazione sulla gestione, in una sezione apposita, e depositate in formato elettronico, sul sito aziendale e al Registro delle Imprese entro 30 giorni dall’approvazione del bilancio
Principali contenuti richiesti:
Inoltre, è introdotto il principio di doppia materialità: le aziende devono rendicontare sia l’impatto sull’ambiente/società (materialità esterna), sia come i temi ESG influenzano i risultati finanziari (materialità interna).
Devono inoltre conformarsi agli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), suddivisi in principi trasversali, tematici e specifici di settore.
Verifica, responsabilità e sanzioni
La rendicontazione deve essere sottoposta a attestazione di conformità da un revisore legale dei conti (o revisore della sostenibilità).
Sanzioni e responsabilità
GU Serie Generale n.184 del 09-08-2025
TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE 30 giugno 2025, n. 95
Testo del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 95 (in Gazzetta Ufficiale – Serie generale – n. 149 del 30 giugno 2025), coordinato con la legge di conversione 8 agosto 2025, n. 118 (in questa stessa Gazzetta Ufficiale, alla pag. 1), recante: «Disposizioni urgenti per il finanziamento di attivita’ economiche e imprese, nonche’ interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali».
Novità per il trasporto di merci pericolose in regime ADR: l’Italia ha proposto la sottoscrizione dell’accordo Multilaterale M366 dell’8 agosto 2025 che si applica alle leghe metalliche consentendo di trasportarle in esenzione dall’ADR ad alcune condizioni.
L’accordo è stato pubblicato nel sito dell’UNECE ed è in attesa della sottoscrizione di almeno un altro Paese aderente all’accordo ADR per entrare in vigore.
A partire dal 1° settembre 2025 entra in vigore il Regolamento Delegato (UE) 2024/197 (XXI ATP al Regolamento CLP (Reg. 1272/2008), che modifica la classificazione armonizzata delle leghe metalliche contenenti piombo sotto forma di polvere e di piombo massivo, rendendole pericolose per l’ambiente e quindi soggette alla normativa ADR.
Per permettere il trasporto di queste leghe metalliche senza l’applicazione della normativa ADR, l’Italia ha proposto la sottoscrizione dell’accordo Multilaterale M366 dell’8 agosto 2025, che si applica alle leghe metalliche assegnate al numero ONU 3077 materia pericolosa per l’ambiente, solida, n.a.s., gruppo di imballaggio III, contenenti piombo nelle seguenti forme e concentrazioni:
Secondo i contenuti dell’accordo multilaterale, queste leghe metalliche potrebbero essere trasportate senza essere soggette all’accordo ADR, a condizione che siano soddisfatte le seguenti condizioni:
Una copia dell’accordo M366 deve essere tenuta a bordo dell’unità di trasporto.
In caso di approvazione dell’accordo multilaterale, la relativa scadenza sarà il 31/08/2027.
Leggi l’accordo Multilaterale M366
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Ormai non si può farne a meno: l’Intelligenza Artificiale sta penetrando sempre più nella nostra quotidianità sia in ambito domestico che aziendale – nelle aree di business, IA generativa, e nei sistemi produttivi.
Anche i più scettici e reticenti sono “costretti” a fare i conti con questa nuova tecnologia sempre più integrata nelle nostre abitudini.
Un sondaggio di McKinsey ha mostrato che le organizzazioni integrano l’uso dell’intelligenza artificiale per le rispettive operazioni in almeno una funzione.
fonte: https://www.mckinsey.com/
Impatto ambientale e uso di risorse dell’IA
Tra i vari interrogativi etici che si pongono vi è anche l’impatto sull’ambiente e sul consumo di risorse derivante dai sistemi e dalle infrastrutture che sono alla base del funzionamento dell’IA quali data center, sistemi di alimentazione, di raffreddamento, etc.
L’addestramento e l’utilizzo dei modelli di IA possono richiedere grandi quantità di energia, generando emissioni di CO2 e altri gas serra, che incidono sul cambiamento climatico.
Ecco perché è una sfida importante sviluppare algoritmi più efficienti e utilizzare fonti di energia rinnovabile nei data center.
Con il rapido avanzamento della tecnologia IA, i dispositivi diventano rapidamente obsoleti, creando problemi di riciclaggio e smaltimento dei rifiuti elettronici. Se non gestiti correttamente, questi dispositivi possono contaminare l’ambiente e danneggiare la salute umana.
Consumi energetici e nuove tecnologie di raffreddamento.
Si stima che attualmente, i data center impieghino circa il 2-3% dell’elettricità globale, con proiezioni di aumento fino all’8% entro i prossimi 5 anni. Di questo consumo, circa un quinto è attribuibile ai carichi computazionali legati all’intelligenza artificiale.
Le aziende stanno integrando il raffreddamento a liquido, il recupero del calore e la gestione dinamica dell’energia per sostenere le prestazioni, con l’intento di ridurre costi e impatto sull’ambiente.
Il raffreddamento delle GPU – i chip ad alte prestazioni essenziali per l’elaborazione IA – rappresenta una sfida tecnologica. L’abbandono del raffreddamento ad aria a favore del liquid cooling, più efficiente ma anche più complesso, sta aprendo la strada a nuove opportunità per le aziende specializzate.
Anche la localizzazione fisica dei data center solleva questioni strategiche: molte città europee stanno ponendo limiti alla costruzione di nuovi impianti, spingendo verso soluzioni decentralizzate in aree più remote, con conseguenti costi di connessione più elevati.
Investimenti sostenibili nelle tecnologie di IA.
In questo scenario, la filiera dell’IA si configura come un ecosistema esteso ma anche ricco di occasioni di investimento sostenibile. Esistono molte opportunità per migliorare la sostenibilità nell’Intelligenza Artificiale.
Gli investimenti in ricerca e sviluppo di tecnologie IA sostenibili sono essenziali per promuovere l’innovazione nel settore. Ciò può includere lo sviluppo di nuovi algoritmi e tecniche di apprendimento automatico che sono più efficienti dal punto di vista energetico e l’investimento in hardware IA a basso consumo energetico e sostenibile.
La comunicazione ambientale ai tempi dell’IA.
Da prendere in considerazione anche il fenomeno del greenwashing: la pratica di presentare in modo ingannevole un’attività come più rispettosa dell’ambiente di quanto non sia in realtà può essere una delle sfide nel settore dell’IA. Le aziende potrebbero esagerare o enfatizzare gli aspetti sostenibili dei loro prodotti o servizi IA senza effettivamente apportare miglioramenti significativi.
D’altro canto l’IA può essere utilizzata in chiave strategica per migliorare la trasparenza ESG, per ottenere una riduzione degli sprechi, per il monitoraggio della supply chain, a scopo di monitorare la conformità alle normative ambientali e con l’utilizzo di modelli predittivi per anticipare rischi ambientali e sociali.
In conclusione le opportunità generate dallo sviluppo dell’IA sono di enorme portata e tra queste vogliamo includere anche la sostenibilità, un cammino innovativo e di impatto positivo sul nostro pianeta e sulla società.
Speriamo che l’intelligenza umana sia in grado di cogliere questi aspetti e farli divenire una realtà.