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Sistri: è ufficiale parte il 1 ottobre

Con la pubblicazione del decreto legge 31 agosto 2013 n.101  gli Enti o le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale, o che effettuano operazioni di trattamento, recupero, smaltimento, commercio e intermediazione di rifiuti pericolosi devono aderire al sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri)  a partire dal 1 ottobre.
Per i produttori iniziali di rifiuti pericolosi, i Comuni e le imprese di trasporto dei rifiuti urbani del territorio della Regione Campania il termine iniziale dell’operatività è fissato al 3 marzo 2014.
Il decreto è entrato in vigore il 1 settembre 2013.

Decreto legge 31 agosto 2013 n.101

Newsletter settembre 2013

Newsletter di aggiornamento ambientale – n. 9 settembre 2013

IN EVIDENZA

AGGIORNAMENTO NORMATIVO

SCADENZE DEL MESE

APPROFONDIMENTI

Convertito in Legge il DL FARE

Con la pubblicazione della Legge 9 agosto, n.98 viene approvato, con modificazioni, in modo definitivo il Decreto Fare, DL 21 giugno 2013, n. 69 recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia. La legge è entrata in vigore il 21 agosto 2013.

Gli articoli 41, 41bis, 41ter, 41 quater apportano modifiche sostanziali alla normativa ambientale, come già anticipato nelle newsletter di giugno e agosto.

In sintesi riportiamo i contenuti dei 4 articoli.

Art. 41 – Disposizioni in materia ambientale

Sostituzione dell’art. 243 del d.lgs. 152/2006 Gestione delle acque sotterranee emunte

Il primo comma sostituisce l’art. 243 del d.lgs. 152/2006 – Gestione delle acque sotterranee emunte – con un nuovo articolo che riguarda la bonifica delle acque di falda contaminate tenendo conto al contempo del risparmio idrico; vengono definite le diverse casiste per il trattamento, lo scarico in fognatura e in corpo idrico recettore, così come la reimmissione in falda previo trattamento delle acque nello stesso acquifero da cui sono emunte ai fini della bonifica anche con cicli ripetuti, sempre ai fini di garantire un’effettiva riduzione  dei  carichi  inquinanti  immessi nell’ambiente.

Integrato l’art. 184-bis del d.lgs. 152/2006 con il comma 2 bis

Si conferma l’applicazione del DM 161/2012 solamente alle terre e rocce  da  scavo che provengono da attività o opere soggette a valutazione d’impatto ambientale o ad autorizzazione integrata ambientale.

Confermate le disposizioni per le “matrici materiali di riporto”

Con la modifica dei riferimenti al termine “suolo”, apportate dal comma 3, si amplia l’interpretazione autentica dell’articolo 185 del d.lgs. 152/2006, riportata nell’art. 3 del DL 2/2012.

Di fatto tale interpretazione amplia le esclusioni previste dall’art.185 “Esclusioni dall’ambito di applicazione” del D.Lgs. 152/2006 stabilendo che ”Ferma restando la disciplina in materia di bonifica dei suoli contaminati, i riferimenti al “suolo” contenuti all’articolo 185, commi 1, lettere b) e c), e 4, del d.lgs. 152/2006, si interpretano come riferiti anche alle matrici materiali di riporto di cui all’allegato 2 alla parte IV del medesimo decreto legislativo, costituite da una miscela eterogenea di materiale di origine antropica, quali residui e scarti di produzione e di consumo, e di terreno, che compone un orizzonte stratigrafico specifico rispetto alle caratteristiche geologiche e stratigrafiche naturali del terreno in un determinato sito  e utilizzate per la realizzazione di riempimenti, di rilevati e di reinterri.”

Dal punto di vista applicativo, la norma specifica che ai fini di tale esclusione, le matrici materiali di riporto devono essere sottoposte a test di cessione effettuato sui materiali granulari ai sensi dell’articolo 9 del DM 5 febbraio 1998, per escludere rischi di contaminazione delle acque sotterranee e, ove conformi ai limiti del test di cessione, devono rispettare quanto previsto dalla legislazione vigente in materia di bonifica dei siti contaminati.

Nel caso risultino non conformi ai limiti del test di cessione le matrici sono fonti di contaminazione e come tali devono essere rimosse o devono essere rese conformi al test di cessione tramite operazioni di trattamento che rimuovono i contaminanti o devono essere sottoposte a messa in sicurezza permanente utilizzando le migliori tecniche disponibili e a costi sostenibili che consentono di utilizzare l’area secondo la destinazione urbanistica senza rischi per la salute.

Art. 41-bis Ulteriori disposizioni in materia di terre e rocce da scavo

Ad esclusione dei materiali da scavo di progetti sottoposti a VIA o ad autorizzazione AIA per cui vige il DM 161/2012, per tutti gli altri casi è possibile utilizzare tali materiali come sottoprodotti ai sensi dell’art. 184-bis del D.Lgs. 152/2006, qualora si rispettino le 4 condizioni stabilite dalla norma, in breve riportate:

  • sia certa la destinazione all’utilizzo;
  • non siano superati i CSC di cui alle colonne A e B della Tab. 1 alla parte IV del D.lgs. 152/2006 in riferimento al sito di destinazione;
  • in un ciclo di produzione successivo non vi sia il rischio di determinare effetti negativi per la salute nè variazioni qualitative o quantitative delle emissioni rispetto al normale utilizzo delle materie prime;
  • non sia necessario, ai fini del riutilizzo, sottoporre i materiali da scavo ad  alcun preventivo trattamento, fatte salve le normali pratiche industriali e di cantiere.

Tali condizioni valgono sia per i cantieri con una produzione di terre e rocce da scavo in quantità inferiori ai 6000 mc (comma 1 dell’art. 41-bis) che per quelli con produzione superiore ai 6000 mc (comma 5 dell’art.41-bis).

Inoltre il produttore o proponente dell’opera deve attestare  il  rispetto  delle condizioni di cui al comma 1 tramite dichiarazione resa all’ARPA.

Art. 41-ter  Norme ambientali per gli  impianti  ad  inquinamento  scarsamente significativo

Sono state integrate le tipologie di attività che possono rientrare tra gli impianti ad inquinamento atmosferico  scarsamente rilevante elencati alle parti I e II dell’allegato IV alla Parte V del d.lgs. 152/2006. Si citano i sylos per materiali vegetali, gli impianti di essiccazione di materiali vegetali impiegati da imprese agricole o a servizio delle  stesse, le cantine che trasformano uva nonché gli stabilimenti di produzione di aceto o altre bevande fermentate, frantoi.

Art. 41-quater Disciplina dell’utilizzo del pastazzo da agrumi

Il Parlamento delega il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ad adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, un decreto contenente disposizioni che consentano la produzione, la commercializzazione e l’uso del pastazzo quale sottoprodotto della lavorazione degli agrumi  ad  uso agricolo e zootecnico, sottraendolo in modo definitivo alla disciplina dei rifiuti.

Norme pubblicate nel mese di agosto 2013

GAZZETTA UFFICIALE

  •  GU Serie Generale n.194 del 28-8-2013 – Suppl. Ordinario n.63

LEGGE 9 agosto 2013, n. 98

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 21 giugno 2013 n.69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia.

 

GAZZETTA UFFICIALE UNIONE EUROPEA

  • GUCE n. L 216 del 10-08-2013

REGOLAMENTO (UE) N. 758/2013 DELLA COMMISSIONE del 7 agosto 2013 recante modifica dell’allegato VI del regolamento (CE) n.1272/2008 del Parlamento europeo  e del Consiglio relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele

Scadenze ambientali di settembre 2013

Scadenze di  SETTEMBRE 2013

  • 20 settembre –  Dichiarazione mensile CONAI (mod. 6.1; 6.2; 6.3; 6.10)

Modifiche all’allegato VI del Regolamento CLP

In data 10 agosto 2013 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n.758/2013 della Commissione del 7 agosto 2013 recante modifiche all’allegato VI, parte 3, del Regolamento (CE) n.1272/2008, che era già stato modificato dal Regolamento  (CE) n.790/2009.

Il Regolamento (UE) n.758/2013 comprende quattro allegati:

  • l’allegato I comprende le voci che vanno a sostituire le corrispondenti voci della tabella 3.1 dell’allegato VI, parte 3,  del Regolamento (CE) n.1272/2008;
  • l’allegato II comprende le voci che vanno a sostituire le corrispondenti voci della tabella 3.2 dell’allegato VI, parte 3, del Regolamento (CE) n.1272/2008;
  • l’allegato III comprende le voci che vanno aggiunte alla tabella 3.1 dell’allegato VI, parte 3, del Regolamento (CE) n.1272/2008;
  • l’allegato IV comprende le voci che vanno aggiunte alla tabella 3.2 dell’allegato VI, parte 3, del Regolamento (CE) n.1272/2008

Il nuovo regolamento è entrato in vigore il 13 agosto 2013, solo le sostanze e le miscele che sono immesse nel mercato dopo tale data devono essere rietichettate.

Norme pubblicate nel mese di luglio

GAZZETTA UFFICIALE UNIONE EUROPEA

  • GUCE n. L 201 del 26-07-2013

REGOLAMENTO (UE) N. 715/2013 DELLA COMMISSIONE del 25 luglio 2013 recante i criteri che determinano quando i rottami di rame cessano essere considerati rifiuti ai sensi della direttiva 2008/98/CE del parlamento europeo e del consiglio

Novità SISTRI

Continua a far discutere la ripresa di operatività del SISTRI fissata per ottobre 2013. Il ministro Flavio Zanonato,  al 58° Congresso nazionale degli Ingegneri a Brescia, ha messo in evidenza le difficoltà riscontrate dalle aziende nell’utilizzo del sistema e l’eccesso di burocrazia per recepire la direttiva sui rifiuti.  Il ministro per lo sviluppo economico ritorna quindi sulle necessarie semplificazioni del Sistri, prevedendo l’esclusione per chi produce solo rifiuti non pericolosi.

In Parlamento il presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci ha depositato un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, sottolineando le difficoltà incontrate dagli operatori . Tali conclusioni sono state approvate all’unanimità dai rappresentanti delle 31 organizzazioni delle imprese coinvolte lo scorso 20 giugno, definiscono il Sistri un sistema non idoneo perché comporta eccessivi sovraccarichi sia in termini organizzativi che di costi.

Interrogazione parlamentare del Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati

END OF WASTE per i rottami di rame

Dopo i Regolamenti UE sui rottami di ferro e sui rottami di vetro, la Commissione UE ha pubblicato il nuovo Regolamento UE del 25 giugno 2013, n. 715/2013/Ue (Guue 26 luglio 2013 n. L 201), recante i criteri che determinano quando i rottami di rame cessano di essere considerati rifiuti ai sensi della direttiva 2008/98/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio. Si stabiliscono quindi le condizioni per le quali i rottami di RAME cessano di essere rifiuti. Il Regolamento sarà pienamente applicabile dal 1 gennaio 2014.

In sintesi i rottami di rame cessano di essere considerati rifiuti quando all’atto del conferimento dal produttore (recuperatore) a un altro detentore, sono soddisfatte tutte le condizioni elencate ai punto 1 (Qualità dei rottami di rame ottenuti dall’operazione di recupero), 2 (Rifiuti utilizzati come materiale dell’operazione di recupero) e 3 (Processi e tecniche di trattamento) dell’allegato I .

Anche in questo caso come per i regolamenti precedenti il produttore (recuperatore) deve redigere una dichiarazione di conformità (art.4) per ciascuna partita di rottami di rame e trasmetterla al detentore successivo.

Inoltre deve adottare un Sistema di gestione (art.5) un sistema di gestione atto a dimostrare la conformità ai criteri sopra citati; il sistema di gestione viene verificato da parte di un ente di certificazione accreditato con cadenza triennale.

 Regolamento 25 giugno 2013, n. 715/2013/Ue (Guue 26 luglio 2013 n. L 201)

DL FARE: ancora modifiche con il passaggio alla Camera

Rispetto a quanto pubblicato nella newsletter di Giungo 2013 comunichiamo che con il passaggio alla Camera dei Deputati sono subentrate ulteriori modifiche all’art. 41 del DL “Fare” (Decreto Legge n.69 del 21/06/2013 cd. Decreto Fare entrato in vigore il 22/06/2013) in materia di terre e rocce da scavo.

La proposta ora al vaglio del Senato, Disegno di Legge approvato il 26 luglio 2013 dalla Camera dei Deputati (N. 1248-A/R), detta all’art. 41­bis Ulteriori disposizioni in materia di terre e rocce da scavo.

Ad esclusione dei materiali da scavo di progetti sottoposti a VIA o ad autorizzazione AIA, per tutti gli altri casi è possibile utilizzare tali materiali come sottoprodotti (art. 184-bis del D.Lgs. 152/2006) rispettando determinate condizioni e mediante un’attestazione da inviare all’ARPA competente dichiarando l’utilizzo previsto, il rispetto delle CSC e senza causare pericolo per le acque sotterranee.

Viste le numerose e continue modifiche sull’argomento attendiamo l’approvazione definitiva per tracciare il nuovo quadro per le terre e rocce da scavo.

Link al Disegno di Legge approvato il 26 luglio 2013 dalla Camera dei Deputati (N. 1248-A/R)

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